venerdì 19 ottobre 2007

Formazione Manageriale..Le competenze che determinano un Manager

Hamleto.it ha intervistato una serie di Personalità provenienti dal mondo aziendale e della formazione manageriale chiedendo a loro la definizione e le competenze che determinano un Manager. >>>

Parliamo sempre più spesso di alta formazione e di formazione manageriale. Consapevoli del ruolo fondamentale che questi occupano per lo sviluppo delle competenze e di un percorso di carriera, vengono promossi non solo da operatori quali Società di Formazione e Business School ma anche da Manager, Professional e Direttori Risorse Umane.
La formazione manageriale rappresenta nell’economia globale un fattore cruciale di competitività per le imprese. E’ per questa ragione che sempre più si destinano risorse per promuovere l’attività di formazione continua.

La definizione che
ASFOR – Associazione Italiana della Formazione Manageriale da, è:

» La Formazione Manageriale è tutto quanto è a supporto di un insieme di capacità, di qualità, di competenze gestionali del management, sia nei confronti della gestione di fenomeni specifici aziendali, ma anche di apertura verso quelle che sono le tendenze, le best practice sull’esterno
» E’ necessaria per far acquisire gli strumenti di governo delle complessità generate dal contesto interno: persone, posizione, visione futura
» E’ necessaria per rendere consapevoli e sviluppare le competenze necessarie a governare e far crescere l’organizzazione, il team, le risorse tecniche e finanziarie in coerenza con la mission e i valori dell’azienda
» Porta la Consapevolezza ‘gestionale’: sviluppare gli altri; cogliere i segnali di un contesto Complesso

Da una serie di interviste fatte a Personalità provenienti dal mondo aziendale e della formazione manageriale ne esce un quadro che rispecchia quanto detto.

Dott. Caldiera (Direttore generale di CUOA) vede la formazione manageriale e continua, cioè l’investimento negli uomini, come un generatore dell’innovazione e dello sviluppo delle imprese. Lo stesso sostiene che ”i più significativi casi di successo degli ultimi tempi sono dati da imprenditori che hanno preso coscienza e consapevolezza di ciò e hanno fatto dello sviluppo del talento e delle competenze dei propri uomini il fattore strategico principale della propria azienda”
Luiggi Ferrelli, (Direttore dell’Area Formazione manageriale dell’ICE – Istituto Nazionale per il Commercio Estero), fa notare che, anche presso le imprese più piccole, cresce la consapevolezza dell’importanza strategica della formazione come fattore di competitività, ciò in ragione del confronto constante con nuove conoscenze e nuove tecnologie per poter operare sui mercati nazionali ed internazionali.
Anche Sodero (Direttore di Festo Formazione e Consulenza) afferma che sempre più aziende considerano la formazione manageriale come leva strategica per lo sviluppo aziendale
“La formazione manageriale deve comunque essere in grado di fornire qualcosa di nuovo dal punto di vista degli stimoli culturali o qualcosa che contribuisca in modo concreto e tangibile allo sviluppo personale” sottolinea Andrea Di Lenna (Direttore di Peformando) e conferma che si tratta di obiettivi molto ambiziosi, ma che per loro costituiscono una sfida affascinante.

Possiamo dire quindi che la Formazione manageriale consente di sviluppare le tecniche di Leadership, i segreti della comunicazione, il teambuilding, il training management, le soluzioni di marketing, la finanza, le nuove tecnologie e moltissime altre discipline volte a promuovere l’eccellenza di un’impresa.

Abbiamo chiesto ai nostri esperti provenienti dal mondo manageriale, quale è la dote e le competenze che vengono richieste oggi ad un professionista, manager o direttore aziendale per avere successo nel suo lavoro

Dott. Franco d’Egidio, Fondatore di SUMMIT sostiene che “indubbiamente una forte tensione all’apprendimento continuo congiuntamente ad una propensione elevata al cambiamento” sono indispensabili e sottolinea il concetto che “in assenza di entrambi non c’è crescita”.
Dott. Caldiera invece, intendendo con attività manageriali un’attività più di gestione e di strategia che tecnico-specialistica, attribuisce al Manager competenze trasversali o soft skills, distinguendole, così, dalle competenze hard di tipo funzionale. “In questa dimensione sono le competenze relazionali e strategiche quelle che possiamo definire competenze di successo. Oggi un buon manager, approfondisce Dott. Caldiera, deve possedere valori e sensibilità tipiche sia dell’imprenditore (la visione strategica, la propensione al rischio, la sensibilità al business con la focalizzazione sul cliente), che del leader (buon comunicatore e motivatore dei propri uomini). Ma deve essere anche flessibile, favorevole al cambiamento e, soprattutto, continuamente orientato all’apprendimento”.

Lo stesso concetto difende Di Lenna quando ci afferma che non crede che ci si possa considerare oggi manager in assenza di una continua e sistematica ricerca del miglioramento delle proprie conoscenze, capacità e competenze attraverso adeguati percorsi di formazione ed aggiornamento. “Forse sta cambiando il concetto di percorso di aggiornamento, continua lui, che oggi sta decisamente spostando il suo baricentro dal versante delle tecniche aziendali e manageriali a quelle dello sviluppo personale e del ben-essere, dato che, da tali condizioni derivano i migliori risultati per le organizzazioni”.

“Per fare bene il salto di qualità è necessario curare la propria dimensione umana proprio per recuperare quelle risorse fondamentali per fare bene il proprio lavoro: creatività, immaginazione, capacità di interpretare le situazioni, saper stare assieme agli altri lavorando in gruppo senza conflitti, sottolinea dott.ssa Pinzauti Direttrice di Teatro d’Impresa, e a tale scopo bisogna cercare nuove tecniche – lei suggerisce quelle teatrali - che siano in grado di esaltare, sfruttare e migliorare le doti nascoste ed inesplorate della persona.Redazione Hamleto.it

giovedì 4 ottobre 2007

Intervista al Direttore Generale di CUOA, Dott. Guiseppe Caldiera

Il Direttore generale di CUOA, Dott. Giuseppe Caldiera parla della formazione manageriale, delle prerogative di CUOA e delle competenze che determinano un Manager

Nel mondo della Formazione Manageriale CUOA rappresenta un’istituzione. Nei suoi 50 anni di attività la Fondazione ha messo in piedi tanti progetti non solo del tipo formativo, ma anche consulenziale, ricerche e interventi per le aziende del Nordest ecc., il tutto nella consapevolezza e con l’obiettivo di una forte integrazione e complementarietà di questi aspetti nei processi di sviluppo aziendali.

1. Dott. Caldiera, quali sono i risultati che sono stati raggiunti e come si è sviluppata CUOA in questi anni nello svolgimento delle attività?

La Fondazione CUOA ha impresso un forte cambiamento nelle proprie attività in questi ultimi anni, raggiungendo risultati di grande rilevanza. La più evidente evoluzione è costituita dall’affermarsi di un’ampia offerta nel settore dell’executive education. Solo quattro anni fa la nostra proposta era di due Master full time.
Oggi stiamo realizzando quattro Master full time, quattro Master part time e corsi executive per le principali aree aziendali. Abbiamo, così, definito una ampia e integrata offerta di prodotti di alta qualità, in grado di soddisfare le esigenze di formazione e aggiornamento sia di imprenditori e manager, sia di giovani brillanti laureati che vogliono entrare nel mercato del lavoro con la preparazione e gli strumenti adeguati per un percorso professionale di successo. Da sottolineare, inoltre, la crescita nell’Area Finance, che ci vede partner formativi delle principali istituzioni bancarie nazionali e anche di banche estere operanti in Italia. In quest’area, molto importante per la crescita del nostro sistema economico, sono state avviate anche attività di ricerca e definite specifiche collaborazioni con ordini e associazioni professionali. Infine, vorrei ricordare la nostra quasi trentennale attività a favore delle Pubbliche Amministrazioni e l’area internazionale, che sviluppa collaborazioni a livello internazionale per la formazione e l’aggiornamento, sia in Italia che all’estero, di giovani laureati, di manager e imprenditori delle principali aree economiche (Balcani, Russia, Turchia, Medio Oriente, India, Cina, Far East), che si stanno affermando nel contesto globale.

2. La formazione manageriale e la formazione continua sono un fattore cruciale per il buon andamento dell’impresa, che assumono sempre più rilevanza nel mondo competitivo di oggi, in quanto possono essere una risorsa per l’innovazione e lo sviluppo in azienda. Secondo lei quale relazione esiste tra la formazione continua e l’innovazione e lo sviluppo. A quali condizioni la prima può generare il secondo?

Sembra scontato parlare oggi di formazione manageriale e formazione continua come fattori di innovazione e sviluppo dell’impresa. Tutti si dichiarano d’accordo sulla rilevanza di questi fattori. La realtà è un po’ meno positiva, perché le aziende sono troppo impegnate nel perseguire obiettivi di breve, necessari peraltro alla loro sopravvivenza, e dedicano minore attenzione ad una visione a lungo termine e all’investimento nelle proprie risorse umane. Quindi, se Lei mi chiede a quali condizioni la formazione manageriale e continua, cioè l’investimento negli uomini, può generare l’innovazione e lo sviluppo delle imprese, Le posso rispondere che i più significativi casi di successo degli ultimi tempi sono dati da imprenditori che hanno preso coscienza e consapevolezza di ciò e hanno fatto dello sviluppo del talento e delle competenze dei propri uomini il fattore strategico principale della propria azienda.

3. All’interno di questo quadro il sistema formativo, quindi gli enti di formazione, possono giocare un ruolo primario. Quali prerogative ha CUOA e quale funzione intende assumere?

La Fondazione CUOA compie, in questo 2007, 50 anni di attività. Costituita nel 1957 all’interno della facoltà di Ingegneria dell’Università di Padova e trasferitasi nel 1980 nella attuale sede di Villa Valmarana Morosini in Altavilla Vicentina, la Fondazione CUOA ha sempre cercato di svolgere un ruolo propositivo nel proprio territorio di riferimento, affermandosi come uno dei più attivi centri italiani di elaborazione e diffusione della cultura manageriale e imprenditoriale nel settore privato e pubblico. Oggi, come 50 anni fa, la Fondazione CUOA contribuisce alla creazione e all’affermazione della classe dirigente del nostro Paese, con un modello istituzionale e formativo peculiare, basato da sempre su uno stretto collegamento e una forte collaborazione con il mondo delle imprese e delle istituzioni. Ciò consente di coniugare l’esperienza e le competenze accademiche con il pragmatismo tipico della cultura imprenditoriale, assicurando ad ogni progetto alto livello qualitativo e rigore scientifico assieme a grande concretezza e rilevante carattere applicativo.

4. Quali sono le tipologie di intervento e cos’è in grado di offrire CUOA ai singoli individui (manager, professionisti) e alle aziende? Quali sono i vostri punti di forza?

La Fondazione CUOA offre oggi una vasta gamma di proposte formative, per pubblici anche differenziati tra loro (giovani laureati, manager, professionisti, imprenditori) e provenienti da settori diversi (imprese, società di servizi, istituzioni finanziarie, pubbliche amministrazioni), ma tutti legati da un comune obiettivo: accrescere le proprie competenze per saper governare i grandi mutamenti in atto nello scenario globale, ma anche nelle stesse organizzazioni. Pur differenziati per esperienza, ruolo e settore di attività, tutti i nostri interlocutori possono trovare una risposta alle loro esigenze, grazie all’articolazione e all’integrazione che abbiamo dato ai nostri prodotti. In particolare, sottolineerei l’ampliamento delle proposte part time, che permettono a tutti coloro che lavorano, anche in posizioni di massima repsonsabilità, una frequenza adeguata ed efficace. I nostri punti di forza sono un forte collegamento con la realtà delle imprese, una grande concretezza dei percorsi formativi, una faculty ampia (oltre 500 tra docenti e formatori) e articolata, proveniente dal mondo accademico, dalle imprese, dalle organizzazioni pubbliche e private, dalle professioni.

5. La formazione manageriale incrementa le performance lavorative degli individui. Secondo la sua lunga esperienza in questo ambito, quali sono le competenze che possono determinare una performance superiore nell’attività manageriale?

Nell’attività manageriale, intendendo con questo termine un’attività più di gestione e di strategia che tecnico-specialistica, prevalgono quelle che vengono chiamate competenze trasversali o soft skills, distinguendole, così, dalle competenze hard di tipo funzionale. In questa dimensione sono le competenze relazionali e strategiche quelle che possiamo definire competenze di successo. Oggi un buon manager deve possedere valori e sensibilità tipiche sia dell’imprenditore (la visione strategica, la propensione al rischio, la sensibilità al business con la focalizzazione sul cliente), che del leader (buon comunicatore e motivatore dei propri uomini). Ma deve essere anche flessibile, favorevole al cambiamento e, soprattutto, continuamente orientato all’apprendimento.

6. Ci dica qualcosa sui nuovi progetti, e le nuove iniziative nell’ambito della formazione manageriale?

Il tema per noi oggi più innovativo nella formazione manageriale è legato al lean management, relativo all’applicazione di tale approccio a tutti i processi e a tutte le organizzazioni. Il lean management è ormai un riferimento internazionale nei sistemi di gestione aziendale, un modello che si sta diffondendo in molti settori, non solo in ambito manifatturiero, come sistema per “generare profitto” ed eliminare lo spreco. La Fondazione CUOA, su questo tema, è stata sollecitata da un gruppo di aziende, che hanno avuto modo di sperimentare e verificare il valore di tale approccio, ed ha costituito sia un Lean Enterprise Club, al quale ha già aderito una trentina di aziende, che un Lean Center per la realizzazione di attività di ricerca, informazione, formazione (già avviati sia corsi executive, che un Master in Lean Management) ed editoria su questi temi. L’obiettivo è di diventare un polo di eccellenza a livello nazionale e sono state attivate anche importanti collaborazioni e relazioni a livello internazionale. Ulteriori nuove iniziative, nell’ambito della formazione manageriale, allo studio sono legate ai temi dell’internazionalizzazione, nella definizione di percorsi formativi sviluppati anche in collaborazione con enti e istituzioni estere.

Grazie e buon lavoro da Hamleto.it!